Impero di Chenesia

L’Impero di Chenesia (AFI [ʃen’ɛzia]) era uno dei due imperi predominanti durante l’Era degli Imperi. Corrispondeva all’impero dell’est, comprendendo la maggior parte dei territori orientali di Assiah. Aveva la sua capitale nella città di Fallcrest, dov’è collocata l’iconica reggia imperiale, oggi ridotta ad abitazione estiva degli imperatori di Concordia. Sul trono imperiale hanno seduto numerosi imperatori, ma la famiglia che per più tempo ha mantenuto il titolo è stata la dinastia dei Nerwenye.

LE ORIGINI DI CHENESIA

Le origini dell’impero di Chenesia vanno ricercate nelle radici della stessa famiglia Nerwenye, fin dall’Era Oscura.

A seguito della sconfitta di Osram Sangue di Demone, Assiah al completo era invasa da creature mostruose e immonde, fuoriuscite dal portale di evocazione del principe abissale Baneth. Molte squadre di valorosi si organizzarono per affrontare i demoni provenienti dagli abissi e tra questi c’era l’aurora Thymus Nerwenye, oggi riconosciuto come capostipite della dinastia Nerwenye.

Thymus Nerwenye affrontò i demoni con audacia, raccogliendo intorno a sé numerose squadre di coraggiosi, fino a fondare la Legione dell’Arco d’Oro. Condusse la legione in battaglia per sterminare le più grandi nidiate di demoni della sua zona, guadagnando riconoscimenti e fama.

I piccoli regni delle città di Hejan e Altatorre cominciarono a guardare alla Legione dell’Arco d’Oro come un’istituzione sicura e salda cui affidarsi per condurre una vita più tranquilla e riallacciare collegamenti per gli scambi che per tanto tempo erano stati quasi impossibili. Altatorre li riconobbe come protettori onorari della Fonte della Vita (all’epoca custodita nella città), accanto ai Prescelti della Profezia.

L’operato della Legione crebbe insieme alla loro fama, portando i suoi membri a passare dalla protezione dai demoni alla conquista indiretta di territori: dopo essere stati liberati, numerosi regni e regioni cominciarono a giurare fedeltà alla Legione che li aveva protetti, instaurando un rapporto di effettiva sudditanza.

Thymus Nerwenye fu incoronato imperatore a Fallcrest, nell’Anno 1 dell’Era degli Imperi dal Saggio Nuarend di Lago Crescente.

LE GUERRE DELLA FONTE

I famosi conflitti con l’impero di Drakaria non ebbero subito luogo. Inizialmente, Chenesia e Drakaria vennero a contatto quando i loro confini iniziarono a toccarsi a causa delle espansioni. Piagate dalla presenza dei demoni, si allearono con il comune scopo di scacciare le creature infernali oltre i confini di Assiah. Si allearono grazie ai Patti di Lago Crescente, firmato da Thymus Nerwenye e l’imperatrice drakariana Wyvern di Nyloria. Secondo questi patti, Drakaria richiese che la Fonte della Vita fosse collocata a Lago Crescente, zona a confine tra i due imperi.

I dissapori e le guerre iniziarono proprio quando i due imperi cominciarono ad interessarsi alla Fonte della Vita per ragioni diverse. Chenesia, piuttosto tradizionalista per ideali e attaccata ai costumi più antichi, vedeva nella Fonte della Vita un oggetto sacro da custodire e venerare ed intenteva farla rientrare nei suoi confini. Il potentissimo manufatto, infatti, aveva risieduto per secoli nel territorio chenesiano e il suo popolo si sentiva profondamente legato ad essa. Queste dinamiche diedero inizio alla Prima Guerra della Fonte, quando Chenesia cercò di recuperare il manufatto, venendo meno ai patti e scatenando la risposta bellica di Drakaria.

La guerra terminò con la sconfitta di Chenesia, ma dopo una ventina d’anni di pace si scatenò la Seconda Guerra della Fonte, questa volta ad opera di Drakaria, che intendeva operare esperimenti scientifici sulla Fonte della Vita senza farsi remore di attaccare l’inviolabile, sacra e neutrale Lago Crescente.

Il secondo conflitto rimase in sospeso e si concluse bruscamente quando da Lago Crescente sparì la Fonte per cause momentaneamente misteriose. Alla morte di uno dei saggi (il saggio Nuarend), la Fonte ricomparve, rendendo noto che era stato proprio il saggio a farla sparire per placare i conflitti. La guerra riprese perciò più travolgente di prima con la Terza Guerra della Fonte, il conflitto più lungo. Questo conflitto vide come protagonisti principali Zafeerias III di Drakaria e Azalea I di Chenesia.

TRADIZIONI

Le tradizioni di rilievo del vecchio impero di Chenesia erano per lo più di stampo religioso, perciò le celebrazioni delle religioni accettate dall’impero erano molto diffuse e ben distribuite durante l’anno, a seconda dei vari culti, e coinvolgevano a volte anche interi villaggi e città per le occasioni speciali.
Di pari passo, la tradizione delle feste da ballo era molto sentita nei palazzi nobiliari. La danza, caratterizzata da numerosissimi stili (in coppia, in singolo e di gruppo) era largamente praticata e ritenuta gusto di alto livello.
Si notifica che la cultura cavallerizza della parte meridionale dell’Altopiano di Finha sia nata durante i primi anni dell’impero di Chenesia.

CULTURA

La cultura del vecchio impero di Chenesia è ancora presente in alcune zone dell’impero di Concordia, mitigata dall’affluenza e dall’influenza di altre culture tipicamente occidentali. Caratterizzata da una cultura tipicamente feudale, era composta da rapporti di protettorato e una gerarchia di ceti interdipendenti, alla cui sommità stava l’imperatore di Chenesia.
Azalea Celes Newenye è stata l’ultima imperatrice di Chenesia. Oltre ad essere l’unica imperatrice della dinastia (senza consorte) è stata una figura fondamentale durante il suo governo a causa del suo addestramento militare. Il fatto che una donna avesse avuto accesso ad una carica così alta e fosse anche un cavaliere, ha portato la popolazione a vedere sempre più di buon occhio la via militare anche per il sesso femminile, perciò soltanto nell’ultimo periodo dell’impero chenesiano, la componente femminile nell’arma è cresciuta in maniera rilevante.

Per la cultura chenesiana la magia divina aveva grande spazio nelle abitudini e negli usi, meno apprezzata era invece quella arcana, vista come una manipolazione forzata e nociva delle regole del mondo. Impero dalla firma tendenzialmente religiosa, era caratterizzato da una profonda stima nei confronti della Fonte della Vita, che ha fatto sorgere una vera e propria religione: Chenesia si è sempre proposto come impero difensore di Lago Crescente, dei Saggi e della Fonte e proprio per questo il potente manufatto era, ed è tutt’oggi, visto come un’entità senziente da venerare e alla quale affidarsi in protezione.

Molto in considerazione era anche il rispetto per la componente naturale del paesaggio: le città erano (e sono attualmente, quelle più antiche) composte da pietra e legno invece che da metalli, e grandi parchi, alberi e corsi d’acqua si alternavano alle abitazioni e agli edifici importanti. Ogni grande città era inoltre circondata da ampissimi campi coltivati e zone di pascolo.

A Chenesia la cultura del mito e della memoria era parte integrante del pensiero comune. I suoi abitanti legavano pratiche comuni al rispetto e al mantenimento delle tradizioni e dei costumi del passato, intesi come sacri ed inviolabili, fonte di conoscenza e di accrescimento personale. Non era un caso che il motto della famiglia reale fosse proprio “Il passato mai dimentica”. Anche i meno alfabetizzati usavano tramandarsi storie del passato per mantenerne il valore e perpetrarne la memoria: numerose biblioteche sono sorte durante l’Era degli Imperi nelle città più importanti di Chenesia (la più importante e grande è ancora quella di Corona) e altrettanti studi di scrivani, miniatori e copisti si sono diffusi per tutto l’impero. L’alfabetizzazione cercava di essere ampliata quanto più possibile, sebbene le differenze tra ceti rimanessero eclatanti.

Lo stile delle architetture era imponente, specialmente nelle città più antiche, ristrutturato talvolta, e composto principalmente da materiali litici, dalle decorazioni scarne e poco eleganti. Le città chenesiane erano inoltre ben note per la presenza di numerose sculture di eroi e imperatori del passato su tutta la loro estensione. Un piccolo appunto va dato alla cultura totemica dell’Iss’est, caratterizzata dalla massiccia presenza di popolazioni mezzorche. Le città a piani di questa regione, però, sono ormai state distrutte dalla Catastrofe.